Un mistone di Keith Jarret mi accompagna mentre guido con tutti i finestrini aperti verso Montemarcello. Non ci sono mai stato. Sono insieme agli amici di sempre. E’ una tradizione: ogni anno proteggiamo 3 giorni dai calendari intasati, dalle call, dalle scadenze, dalle famiglie e andiamo in un posto a caso. A caso, ma con piscina.
Prima di partire ci troviamo alle 14:00 “a fare colazione” al Marisa. Io sono sveglio da 8 ore, ma nel mio gruppo sono quasi l’unico con figli. Rispetto e invidio il sonno altrui.
Mentre attacco il primo cremino ancora caldo mi accorgo che c’è qualcosa di diverso rispetto agli ultimi anni. Mi guardo intorno. Eppure ad una prima occhiata è tutto come al solito. Gli amici, le chiacchiere stupide, il ritardo, i sacchetti della coop pieni di Pan di Stelle. Sembrerebbe la stessa scena si sempre.
E invece qualcosa di diverso c’è.
L’anno scorso mentre addentavo il medesimo cremino con lo zuccherino glassato avevo un pensiero preciso: “che bellezza, adesso stacco, mi ci voleva proprio una pausa”.
E invece quest’anno parto, ma potrei restare. Non ho bisogno di staccare, mi accorgo che non sto pensando a questa pausa da qualche settimana, la vivo ora, contento per il cremino (se non si fosse capito) ma è una sensazione diversa. Quasi come se mi godessi meglio qualcosa senza l’obbligo di dovermela godere per forza.
E’ un momento pienotto a lavoro, ma pienotto di cose belle.
Sono stato a trovare Giorgio che mi ha fatto bere la qualunque, mentre mangiavamo formaggi e parlavamo di marketing. Ah, lui dice che non devo per forza crescere del 40% ogni anno e nemmeno tu e che a volte i KPI fighi non sono il fatturato. Dice un sacco di cose belle e mi chiedo ancora come lo riesca a fare anche alla fine dell’intervista quando eravamo già a una grappa, un mirto, un gin tonic e qualche altro liquido molto forte dalla partenza.
Continuiamo a macinare puntate di Videns e spesso il momento più bello per me e quello subito successivo alla registrazione, quando con l’ospite andiamo a mangiare. Lo so, a quello non puoi venire. Oppure sì, magari è un business, forse siamo seduti su una miniera d’oro e non ci stiamo pensando. Magari no. Magari è bello che rimanga solo un momento nostro e di chi ci viene a trovare.
Oggi mentre mi leggete (se non mi schedulate al sabato come farei io) sarò al party estivo dello Studio. Ai collegh* parlerò, anche, di questo. Dell’importanza di momenti come questo,
perché quando mi accorgo che sono sereno, sorrido.
Fallo anche tu.
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Grazie per essere un* di questi 🙏
probabilmente vogliamo tutt* le stesse cose anche se non lo diciamo
Io voglio quello che vuoi tu
Essere contro il mondo e invece averlo addosso
In centoventi metri quadri di parquet
Avere un cane, un taglio, un figlio, aver successo
Andare a leggere il giornale in un caffè
Svegliarsi tardi la mattina, criticare
Il grande vuoto, la sinistra che non c'è
Farsi di yoga e qualche droga
Supplicare di esser popolari
(Uh-uh-uh-uh-uh)Baustelle